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I social network e la metafora dell'orchestra

26/09/2012 4902 lettori
5 minuti

Una delle domande che sento ripetere più spesso nella mia vita professionale è la seguente: "come si fa a scegliere quali social network sono più efficaci per la mia azienda?" E' evidente che la risposta a questa domanda varia in funzione del triangolo "caratteristiche del media-persone da coinvolgere-obiettivi da raggiungere". "Ah..", mi sento dire:"perché i social sono diversi tra loro? Non esiste un linguaggio di internet generico?" Nossignore, no.  Nonostante esistano delle regole trasversali per rendere un brand più "social", ognuno di loro si distingue per alcune peculiarità specifiche che lo rendono più o meno adatto al raggiungimento di un determinato obiettivo. Non solo. Ogni piattaforma ha sia un proprio pubblico privilegiato di utilizzatori, sia una parte in comune con altri. Quindi, se il vostro intento è quello di sviluppare un’attività di engagement basata sulla complicità tra brand e consumer, Facebook è probabilmente la scelta giusta, se puntate tutto sulle immagini e sulla ricerca di nuovi testimonial “della porta accanto”, strumenti come Instagram o Pinterest sono fondamentali, se invece state cercando di aumentare la vostra credibilità, non potrete prescindere da Twitter e dalla sua capacità di rendere virale i vostri contenuti. Ma attenzione a non dimenticare la metafora dell'orchestra. Avete mai provato ad utilizzare una chitarra suonandola come fosse un violino o viceversa? Non funziona! Molto spesso si pensa di sincronizzare l’aggiornamento delle news aziendali del proprio sito web con lo stato di Facebook o un tweet automatico, ma questa è una delle peggiori cose che si possano fare. E’ come pretendere di poter suonare uno strumento adottando le tecniche imparate per uno diverso. Pensate ad un'orchestra. Quando si assiste ad un concerto si ha la sensazione di essere davanti ad una produzione omogenea di suoni e note musicali che garantisce l’armonia, il movimento e la riconoscibilità della melodia. In realtà sebbene la canzone suonata dagli orchestrali sia la medesima, ogni musicista ha davanti a se una partitura simile ma allo stesso tempo diversa, scritta cioè in funzione delle caratteristiche tecniche del proprio strumento. La presenza su ciascuna piattaforma social va dunque curata nel minimo dettaglio a partire dai singoli messaggi che vengono pubblicati. Questo non significa dover necessariamente inventare contenuti nuovi e diversi per ciascuna pagina ufficiale della vostra azienda ma senza dubbio saper coordinare la divulgazione di un contenuto utilizzando tempi, stile e procedure differenti per ogni canale è cosa buona e giusta.  Quindi se volete regalare al vostro pubblico un meraviglioso concerto, inserite nel vostro documento di social media strategy  delle micro-strategie per ogni strumento che deciderete di suonare, pardon, utilizzare. 
Michele Rinaldi via http://mktgcafe.blogspot.it/

Michele Rinaldi
Michele Rinaldi

Nasce nel 1982, l’anno della vittoria ai mondiali, e già questo è un segno premonitore. Fin da piccolo impara ad attirare l’attenzione del proprio target con primordiali tecniche di guerrilla marketing. Crescendo, si accorge che l’istinto lo porta sempre a comunicare ed un giorno di Giugno, viene folgorato da una frase: “non si può non comunicare” (Watzlawick).
Spinto da questa teoria consegue: una laurea triennale in Scienze della Comunicazione ed una laurea specialistica in Marketing e Comunicazione d’Impresa.
Inizia la sua avventura professionale nell’agenzia di comunicazione Soluzione Group dove vede crescere la passione per le aziende e per le loro “reason why”.
Contribuisce alla fondazione del Public Relations Network e si specializza nel web 2.0 creando un proprio modello di approccio e gestione della Rete, chiamato A.S.P.
Oggi è responsabile della divisione Digital PR, scrive sul blog Marketing Cafè e sul portale Comunitazione. Ha il piacere di essere docente al Master in "Non conventional marketing + Social Media" organizzato dal Centro Studi Europeo Eurogiovani presso le università di Bologna, Milano e Trieste.